La Stampa
• 12 ottobre 2019 •
Testo di Bernardo Basilici Menini
Arte, impresa e sostenibilità: se ne è parlato da Tosetti Value, il Family office che ha organizzato a Torino l’incontro
un triangolo fatto di arte, impresa e sostenibilità, oltre che di grandi nomi che ne parlano, per trovare una sintesi. Le voci sono quelle di Noémie Goudal (artista di fama globale), Francesca Lavazza, Gunter Pauli (imprenditore ed economista conosciuto in tutto il mondo) e Dario Tosetti, presidente di Tosetti Value. La cornice è quella di «Prospettive», una serie di mostre-evento, curate da cinque anni dalla responsabile Tosetti Value per l’Arte Giulia Tosetti, e che attraverso l’arte visiva hanno permesso sguardi e confronti sulle grandi tematiche del futuro, a partire dai racconti da Paesi di tutti i continenti.
L’occasione è stata l’incontro di ieri, giovedì 10 ottobre, a Tosetti Value, il Family office che ha organizzato questo e i precedenti eventi. Al centro c’era Goudal, con la sua esposizione al seguito: «Abbiamo guardato al mondo e alla natura nelle epoche che si sono succedute nel tempo». Si parte da qui, dalle foto che ritraggono montagne, catturate insieme a performance con specchi e immagini, perché, come spiega l’artista, «lavorare nel paesaggio ti porta a domande veramente filosofiche su come guardiamo quello che ci circonda». E poi si arriva in un altro ambito, quello dell’economia, con gli imprenditori con un occhio al clima, che cercano di capire cosa fare e come farlo.
Blue Economy
In questo senso, Pauli è un guru: ha inventato la Blue Economy, i suoi libri vengono studiati nelle scuole cinesi, i governi lo chiamano per avere consulenze. Non solo. E’ lui, infatti, che ha inventato la carta fatta da scarti di roccia. «Se non hai la scienza non puoi trasformare sogni in realtà, e nemmeno senza l’economia e l’ingegneria. Dobbiamo imparare a guardarci intorno, vedere quello che abbiamo prima di quello che possiamo comprare, e capire come generare un valore aggiunto da tutto, anche dai rifiuti», racconta Pauli, che parla anche ai ragazzi che scendono in piazza per il clima: «Non dobbiamo fare l’errore del passato, con gli hippie che rifiutavano la società, ma poi diventavano i peggiori consumatori. Sta a noi adulti ispirarli a prendere l’iniziativa».
L’esempio Lavazza
Chi lo sta già facendo è Lavazza, e anche per questo Francesca, membro del Cda del gruppo, parla di percorso e obiettivi: «Pauli ci ha insegnato molto. Cerchiamo di portare avanti al meglio il nostro bilancio di sostenibilità, dove c’è ambiente, lotta alla povertà, uguaglianza di genere, responsabilità sociale – spiega Lavazza – Abbiamo progetti per il riuso di acque e di rifiuti. In Colombia abbiamo restituito la terra a una comunità di produttori di caffè, dove viene rimesso in circolo il 95% dell’acqua usata. Con la tecnologia, inoltre, possiamo offrire loro assistenza a migliaia di chilometri di distanza». La Lavazza è la prima azienda italiana a poter vantare questi risultati.