Il Sole 24 Ore
• 2 febbraio 2020 •
Testo di Maximiliam Cellino
«Gli investitori sono poco consapevoli dei rischi che corrono»
«Gli investitori hanno poca consapevolezza dei rischi che stanno correndo». Non è un allarme vero e proprio quello lanciato da Dario Tosetti, fondatore di Tosetti Value, uno dei principali Multi-Family office in Europa, piuttosto un richiamo alla realtà del momento per chi si sta ancora muovendo in acquisto quando i prezzi continuano a salire e non sono più a buon mercato tanto per le azioni quanto per i bond.
«Sulla componente obbligazionaria i rischi sono molto elevati perché con tutta la liquidità fornita da anni dalle banche centrali l’analisi del merito del credito degli emittenti è molto meno profonda», avverte Tosetti, ricordando che «ci sono società che raccolgono denaro attraverso l’emissione di bond anche se hanno un profilo patrimoniale e di redditività che spaventerebbe chiunque».
Al tempo stesso anche le valutazioni di Borsa a livello globale, calcolate sulla base del rapporto prezzo/utili dell’indice Msci World, viaggiano ben al di sopra dei livelli medi degli ultimi 5 o 10 anni, che certo non sono stati negativi. «Tutto ciò non significa che i mercati non possano salire ancora – ammette Tosetti – ma si resta vulnerabili a eventuali episodi che possano portare a un rallentamento dell’economia o a una riduzione della liquidità e di questo non si tiene abbastanza conto quando si costruisce un portafoglio».
Elemento chiave, a maggior ragione in un momento in cui i risparmiatori italiani faticano oggettivamente a impiegare l’ingente liquidità a loro disposizione, è secondo l’idea di Tosetti Value continuare a controllare in modo puntuale il rischio dei propri portafogli.
E anche la loro efficienza, messa a dura prova dalle performance evidenziate nell’analisi condotta dal family office e riportata nell’articolo sopra.
«Il patrimonio dovrebbe essere trattato proprio come una società: privilegiando l’organizzazione, avendo cioè chiaro il quadro generale della propria posizione e di chi se ne occupa, passando poi alla visione strategica con cui si definiscono gli obiettivi di lungo periodo per concludere con la fase tattica che analizza le opportunità del momento», raccomanda Tosetti.
Un’impostazione che in un Italia dove il tasso di educazione finanziaria resta inferiore alla media europea è purtroppo ancora lontana.