Nel 2014 con “Prospettive. L’economia delle immagini” nasce il progetto di mostre all’interno dello spazio quotidiano e dedicato del Family office. Lo sguardo degli artisti è chiamato a sfondare la quarta parete, portando al centro dello spazio i progetti iconici, così come quelli riscoperti, della loro poetica, inerenti a paesi e tematiche centrali nelle ricerche economiche del Centro Studi.

Le esposizioni, unite al programma di conferenze, portano lo sguardo a compiere un viaggio intorno al mondo e sono il punto di partenza per muovere idee che possano offrire visioni sempre più nuove, laterali e lungimiranti. Il progetto ha affrontato il tema della globalizzazione con Gabriele Basilico, del petrolio con l’artista canadese Edward Burtynsky, si è occupato del sistema Cina con il doppio sguardo dell’artista cinese Liu Bolin e di Olivo Barbieri, ha analizzato il ruolo di Mosca sullo scacchiere internazionale con Danila Tkachenko, ha riflettuto sull’America delle industrie energetiche viste da Google Earth con Mishka Henner e sul grande West con Francesco Jodice e si è soffermato a lungo sul continente africano attraverso il duplice sguardo di Zanele Muholi e Lorenzo Vitturi. Il viaggio intorno al mondo si è fermato in una tappa geograficamente trasversale, quella del cambiamento climatico, toccando con Noémie Goudal il terreno fertile della Blue Economy, per poi approdare agli “antipodi” del mondo globalizzato, la Nuova Zelanda, letta dalle mappe “specchiate” di Cristina de Middel.

Dal dialogo con questi artisti e dall’amore per l’arte scaturisce la collezione corporate che riflette i valori di indipendenza, trasparenza e costante ricerca della verità del Family office.

La collezione corporate deve la sua ragione d’essere all’idea che l’arte sia un dispositivo di pensiero ancor più potente se connesso ad altre discipline e se parte della vita quotidiana di ognuno. La collezione corporate è cresciuta negli anni e oggi rappresenta per il Family office un grande canale di comprensione del mondo e di espressione.