L’Europa è miope di fronte all’Africa?
Stavolta (15 maggio 2019) a Prospettive è di scena l’Africa. La mostra fotografica è di Lorenzo Vitturi e racconta i colori e la vitalità del mercato di Lagos che ha fagocitato i palazzi del distretto finanziario, gli ospiti che parlano del continente più vicino a noi sono Letizia Moratti, ex presidente della Rai e sindaco di Milano, ideatrice e infaticabile tessitrice di Expo 2015, anima di San Patrignano e protagonista, in partnership con Confindustria, di un grande progetto di partenariato industriale proprio con i paesi africani, e Giovanni Ottati, presidente di Assafrica, l’associazione di Confindustria che riunisce gli imprenditori che lavorano nei paesi africani. Oltre, ovviamente, all’artista. Dario Tosetti, davanti all’auditorio qualificato e partecipe che ha riempito fino all’ultima sedia le sale di Corso Marconi 10 “lancia” il tema Africa, 54 paesi di cui i 25 più poveri del mondo, un miliardo e 200 milioni di persone, 2300 miliardi di prodotto interno lordo complessivo, nove volte meno quello degli Stati Uniti. Dà il benvenuto ai relatori e agli ospiti, in particolare a chi tra il pubblico partecipa per la prima volta a Prospettive. Lorenzo Vitturi, sollecitato dal moderatore Andrea Cabrini, racconta “Money must be made”, il suo progetto fotografico sul mercato Balogun di Lagos: idea nata da un mercato rionale londinese “simbolo della convivenza delle diverse culture africane in città”, verificata nella più grande città africana, dove il mercato e il motto della città si fondono nel quotidiano impegno di fare ricchezza con poche risorse e molta creatività. Le bellissime foto lo dimostrano. E sono foto che denotano il rispetto per la cultura locale: non ci sono i visi delle donne fotografate perchè alle donne musulmane non è permesso mostrare il volto. Letizia Moratti, accolta da un applauso di stima e di affetto, entra subito nel vivo e illustra il progetto 4Impact: insieme all’Università Cattolica (il professor Molteni, presente all’evento, ne è l’amministratore delegato) è partito nel 2015 e ha già formato 900 tra manager per le aziende locali e persone che sono diventati imprenditori. “Storie bellissime, dice l’ex sindaco di Milano, che ci hanno consentito di collaborare con le Università africane in modo da dare a chi partecipa ai master il doppio titolo, italiano e locale. In un paese dove ogni anno 29 milioni di persone entrano in età lavorativa, sembra poca cosa ma in realtà si tratta di un apporto fondamentale. Puntiamo ad arrivare ad essere presenti in 20 paesi africani entro il 2020. Il 33 per cento di chi ha partecipato ai nostri corsi ed è diventato imprenditore è donna, mentre i settori dove i nostri studenti hanno dato vita a imprese sono nella filiera agroalimentare, nelle energie rinnovabili, nei servizi e nell’Ict”. Giovanni Ottati, estroverso imprenditore delle telecomunicazioni in Africa, sottolinea la necessità di avere una visione d’insieme del continente: “Dobbiamo capire che la Nigeria fa parte di un corridoio strategico che passa per Ciad, Ghana, Costa d’Avorio, Libia ed Algeria ed arriva al Mediterraneo, coglierne le potenzialità e diminuirne i rischi. Ma la nostra presenza in Africa è purtroppo insignificante, spesso i nostri imprenditori non scendono nemmeno a Tunisi. Eppure il settore delle telecomunicazioni, ad esempio, è molto sviluppato e competitivo: in ogni paese vi sono ormai 3-4 competitori nella rete mobile e moltissimi fornitori di servizi”.
Moratti, Ottati e Vitturi giudicano allo stesso modo la straboccante presenza cinese in Africa: “l’attenzione di Pechino è preoccupante, nota l’ex sindaco di Milano, e l’Africa continua ad essere vista come una terra da saccheggiare, retaggio della precedente colonizzazione europea. L’antidoto è uno solo: una formazione economica e culturale che permetta sbocchi reali nei propri paesi”. Aggiunge Ottati: “la Cina ha un piano di finanziamento di 70-80 miliardi e sposta in Africa anche lavoratori a basso costo, persino carcerati con la promessa di pene cancellate o scontate se lavorano bene. In queste condizioni, è complicato competere”. Vitturi non ha dubbi: “anche al mercato di Lagos il 90 per cento dei prodotti in vendita sono cinesi e arrivano dalla Cina. Resiste qualche tessuto tradizionale nigeriano”. E cosa fa l’Europa, è possibile dialogare con Bruxelles per dare più forza ai progetti di formazione e all’imprenditorialità, chiede Giancarlo Cerutti dalla prima fila: “Peccato che l’Europa sia miope su questi temi, ragiona in termini vecchi: o creiamo occasioni di lavoro in Africa, oppure questi giovani possono essere preda di organizzazioni criminali o terroristiche”, risponde Letizia Moratti. E il professor Molteni, capo operativo del progetto, aggiunge: “Intanto dobbiamo consolidare la nostra presenza, per avere ancora più credibilità e poter dialogare con l’Europa. Stiamo rinforzando la rete degli alunni, degli ex partecipanti ai corsi, e formiamo 500 imprenditori all’anno. Vogliamo far diventare le loro aziende interessanti anche per gli investitori esteri”. Letizia Moratti sintetizza la serata “nell’amore per l’Africa e l’amore per l’arte”, rivelando il suo sogno di accogliere giovani artisti africani per farli lavorare insieme ad artisti italiani già affermati. E Giulia Tosetti, animatrice di Prospettive, ringrazia i relatori, l’artista e gli ospiti ricordando che le opere sono “dispositivo di pensiero, quindi partecipazione e ricerca”.