per l’Arte

Prospettive

Olivo Barbieri
Cina dal 1989


Tosetti Value per l’Arte, con la collaborazione di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, è orgogliosa di arricchire la ricerca Prospettive sul mondo globalizzato con un peculiare, approfondito sguardo sulla Cina.

La mostra Cina dal 1989, infatti, propone una selezione di sedici opere emblematiche della quasi trentennale ricerca svolta dal fotografo Olivo Barbieri per tutto l’Oriente.

Olivo Barbieri compie il suo primo viaggio in Cina nel 1989. È l’anno delle rivoluzioni nell’Europa centro-orientale e della grande protesta di Piazza Tienanmen. Parte a maggio, un mese prima del massacro. Evita Pechino, ma passa da Hong Kong, Macao, Hangzhou, Suzhou e Shanghai.
Da questo momento ha inizio una storia di intensa fascinazione e meticoloso approfondimento che conduce Barbieri sul territorio della Repubblica Popolare Cinese quasi due volte all’anno. Molti viaggi ormai, alla scoperta di ogni angolo della nazione più̀ popolosa al mondo, dalle montagne del Tibet alle coste del Mar Giallo, dalle aree rurali alle sconfinate metropoli.
Fin dagli esordi delle sue esplorazioni, Barbieri intuisce la portata della trasformazione che investirà̀ la Cina: culturale, sociale, urbanistica ed economica. Così, appena rientrato dall’Oriente si metterà a realizzare la sua prima pubblicazione: “Appunti di Viaggio in Cina”. Si tratta di una raccolta di brevi note e immagini che mescolano l’indagine di un luogo a quella del mezzo utilizzato per rappresentarlo. È un leitmotiv del suo lavoro, ripreso e approfondito in centinaia di immagini e decine di pubblicazioni a seguire (di cui almeno cinque dedicate esclusivamente a Cina ed Estremo Oriente): per lui la fotografia non è semplicemente uno strumento per documentare il mondo, ma serve a fornire una sua interpretazione tra innumerevoli alternative. Barbieri raddoppia: la trasformazione avviene sia davanti e sia dietro l’obiettivo.

Per questo riempie le sue immagini di cantieri, intrica snodi autostradali, grattacieli (prima) e selve di grattacieli (poi), ma anche specchi, ombre colorate e fenomeni proiettivi. Barbieri racconta la fervida tensione del cambiamento e la sua inafferrabilità̀.
Lo schema della trasformazione è quello Occidentale. Capitalismo e Postmoderno. Ogni principio di unità progettuale e stilistica lascia spazio alla combinazione tra diverse tipologie in un processo tanto esteso da assumere le proporzioni di una vera e propria ricostruzione post-bellica. Ne scaturiscono modelli economici ed educativi (intere città) simili alle creature bizzarre che si producono negli stadi intermedi di una metamorfosi: disarmonici e traballanti, ma straordinariamente vitali. Le lunghe esposizioni, l’illuminazione artificiale e un’evidente verticalità̀ sono soltanto alcuni accorgimenti che Barbieri utilizza per raccontare questa inesauribile energia. Tanto intensa da non costituire esclusivamente una questione nazionale, ma capace di determinare nientemeno che l’ultimo radicale riassestamento degli equilibri globali. Condensati nelle ricche immagini di Olivo Barbieri scorrono quasi trent’anni di storia, sufficienti per osservare un cambiamento epocale: da regno della copia, la Cina è diventata un modello.

Francesco Zanot

Beijing, China 1991
@Olivo Barbieri, Courtesy of Olivo Barbieri
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Catalogo della mostra